Secondo l’approccio “One Health” riconoscere l’interconnessione che esiste tra la salute umana, quella del nostro pianeta e quella degli animali che lo abitano, è necessario per raggiungere un generale equilibrio e benessere e per promuovere uno sviluppo sostenibile.

Sentiamo molto parlare di crisi climatica e dell’importanza di avere uno stile di vita il più sostenibile possibile. Tra le tante accortezze che possiamo avere, c’è anche un’attenzione particolare verso l’alimentazione. Infatti, forse non tutti sanno che la produzione agro-alimentare è responsabile di circa un quarto delle emissioni globali di gas serra. Ne deriva che ognuno di noi ha un impatto significativo sul cambiamento climatico e sul benessere del nostro pianeta anche tramite le sue scelte alimentari.

Per ogni alimento è possibile calcolare l’impatto ambientale che questo ha in termini di emissioni di CO2 prodotte, superficie di suolo utilizzata e risorse idriche consumate o inquinate, considerando tutto il suo ciclo vitale. La buona notizia è che gli alimenti più sostenibili sono anche quelli che fanno meglio alla nostra salute e che sono alla base della piramide alimentare della dieta mediterranea.

Quali sono i prodotti alimentari con un’impronta ecologica minore?

Si tratta di frutta, verdura, cereali (grano e segale, mais, orzo, farro, riso…), legumi e semi. Tutti questi alimenti restano in media sotto i 2 kg di CO2 emessa per kg di prodotto.

Anche se è necessario sottolineare che anche l’agricoltura ha un impatto ambientale in termini di consumo di suolo. Spesso si assiste alla deforestazione di vaste aree per fare spazio a monocolture e in agricoltura è frequente l’uso di fertilizzanti e antiparassitari chimici che impoveriscono il suolo e causano una perdita di biodiversità. Oltre al fatto che il trasporto della merce è responsabile dell’emissione di CO2. Da qui l’importanza di preferire prodotti che siano stagionali e non coltivati in serra, che provengano da agricoltura biologica, e che siano il più possibile locali/a km0 evitando cibi importati.

Quali sono invece i prodotti alimentari con un’impronta ecologica maggiore?

Più critica è la situazione delle fonti proteiche di origine animale, e in particolare della carne di manzo, agnello e maiale. La carne di manzo in particolare è caratterizzata dall’emissione di circa 60 kg di CO2 per kg di prodotto. L’elevato impatto ambientale è dovuto al consumo di: suolo necessario per coltivare il foraggio usato per nutrire gli animali e di suolo occupato dall’allevamento, acqua per l’allevamento e per la coltivazione dei foraggi, energia utilizzata per i macchinari necessari alla produzione e per il trasporto/distribuzione del prodotto trasformato. In più gli animali producono CO2 e metano.

Il consumo di carne rossa è da limitare in frequenza, soprattutto nella sua versione processata (salumi e insaccati), perché ricca di grassi saturi, colesterolo, purine e nitriti. Per una dieta sana e sostenibile è quindi consigliato di farne uso 1-2 volte a settimana, ad eccezione di indicazioni specifiche del nutrizionista. Sarebbe meglio preferire la carne bianca (pollo e altri avicoli) meno impattante dal punto di vista ambientale e più salutare, meglio se biologica o proveniente da aziende agricole locali e non da allevamenti intensivi.

E per quanto riguarda i derivati animali (uova, latte) e il pesce?

Uova, pesce, latte e i suoi derivati sono un’ottima fonte di proteine e hanno un impatto ambientale minore rispetto a quello delle carni, che si aggira intorno ai 5 kg di emissioni di CO2 per kg di uova, fino ai 20 kg per quanto riguarda formaggi e latticini. Le uova sono fonte di proteine di alto valore biologico, il latte è una buona fonte di calcio, e il pesce di acidi grassi come l’omega-3. È quindi consigliato consumare questi alimenti per una dieta sana e sostenibile.
Anche in questo caso ci sono alcune accortezze da avere nel reperire i prodotti, preferendo quelli provenienti da piccole realtà agricole. In particolare, per quanto riguarda il pesce l’impatto ambientale varia molto in base a tecniche di allevamento e pesca utilizzate. Esiste una stagionalità anche per i prodotti ittici che permette di evitare allevamenti intensivi e di diminuire la pressione su alcuni mari e alcune razze. È meglio preferire pesci di piccola taglia come sgombro, sarde, ricciola, spigola e orata rispetto a pesci di grossa taglia (tonno, salmone, merluzzo, dentice) e crostacei. Inoltre, è importante verificare l’area di provenienza, preferendo pesci che provengono dal Mediterraneo o che abbiano il logo dei certificati MSC o ASC che attestano la sostenibilità della pesca.

Alternative proteiche vegetali

Tofu, seitan e tempeh possono essere degli alimenti utilizzati per variare la dieta e diminuire il proprio impatto ambientale. Per altri prodotti come hamburger vegetali e derivati è sempre importante valutare le tabelle nutrizionali riportate in etichetta, per limitare l’assunzione di prodotti processati.

Lo spreco alimentare

Molto del cibo che viene prodotto viene purtroppo sprecato, questo significa che tutte le energie utilizzate per produrre quel cibo sono state vane e solo un danno per l’ambiente. Secondo la FAO (Food and Agriculture Organization) lo spreco alimentare è responsabile dell’emissione di 3,3 mln di tonnellate di CO2 ogni anno. Alcune attenzioni che possiamo avere riguardano quindi la riduzione degli sprechi: partendo in primis dal fare una spesa consapevole acquistando solo ciò di cui realmente necessitiamo (pianificare i pasti e fare una lista della spesa potrebbero essere delle strategie vincenti), congelare gli avanzi o utilizzarli per altre ricette, conservare in modo adeguato ciò che acquistiamo perché i prodotti non si deteriorino, disporre gli alimenti in frigo e nella dispensa controllando le date scadenza e consumare prima quelli con una data di scadenza più vicina.
Per quanto riguarda le date di scadenza, è importante sapere che la dicitura “consumarsi preferibilmente entro” non significa che dopo la data indicata il prodotto non è più sicuro per la salute, ma solo che potrebbe perdere alcune caratteristiche organolettiche. Se conservato opportunamente l’alimento potrà essere consumato in sicurezza anche dopo la data di scadenza, pertanto non è necessario gettarlo via subito.

Ultimi consigli:
Attenzione al packaging! Preferire prodotti sfusi, o confezionati con packaging riciclabili e seguire la corretta raccolta differenziata una volta consumati i prodotti.
– Il mercato “Campagna Amica”! Ogni giovedì mattina si svolge in centro a Cittadella il mercato agricolo, dove potete trovare prodotti stagionali e locali, favorendo le aziende agricole del nostro territorio.
– Alcune letture in tema: “La dieta slow food: la cucina del benessere” con menù stagionali e ricette che sono rispettose della salute umana e del nostro pianeta. “Almanacco slow food. Prodotti e ricette per un anno” con consigli utili sugli ingredienti da comprare ogni mese per una spesa a basso impatto ambientale.
– Altre ricette sono disponibili nel sito di percorso nutrizione, al link https://percorsonutrizione.it/le-nostre-ricette/

A cura di Anna Boschiero

Laureanda magistrale in “Food and Health” c/o Università degli Studi di Padova