È tipico per i neonati, tra i 18 e 20 mesi di vita, con l’iniziare ad esplorare e conoscere il mondo circostante andare incontro ad una fase definita ‘neofobia’.

Durante questa fase si manifesta la paura di ciò che risulta ‘nuovo’ e che non si conosce, soprattutto per quanto riguarda il cibo. Durante questo periodo infatti i cibi inconsueti e che vengono ritenuti ‘non familiari’ vengono ritenuti non sicuri così come per gli alimenti cucinati in forma diversa dal solito non vengono riconosciuti e possono generare una risposta di rifiuto.

Una reazione di questo tipo risulta essere dunque del tutto normale e di adattamento alla sopravvivenza. Non c’è quindi da stupirsi ‘se il nostro bambino non mangia’ poiché in ciascuno di noi è radicato il senso di paura rispetto a ciò che non conosciamo e non abbiamo mai visto..o assaggiato!

L’adattamento è una risposta evolutiva che protegge il bambino dall’evitare l’assunzione di cibi tossici durante l’esplorazione. E’ perciò che dobbiamo accompagnarli nella scoperta e non imporre la scoperta!

Tendenzialmente, la neofobia termina entro il terzo anno di età e solo raramente dura fino ai 5 anni. Nonostante ciò, alcuni bambini possono protrarre l’atteggiamento anche successivamente e manifestarlo in maniera persistente nella crescita, soprattutto per quei bambini che hanno una particolare sensibilità visiva e olfattiva rendendo l’esperienza, i modi e le tempistiche molto soggettive. 

La neofobia o selettività alimentare assume quindi una connotazione evoluzionistica di cautela verso ciò che è considerato “nuovo” e potenzialmente pericoloso.

In particolare, nello sviluppo del bimbo, lo svezzamento rappresenta un momento fondamentale nell’alimentazione del primo anno dei bambini ed avviene generalmente intorno ai 6/7 mesi di vita. Non sembra esserci correlazione tra selettività alimentare e stato di sovrappeso o sottopeso, ma sembra essercene tra il posticipo o anticipo dello svezzamento. 

Inoltre è fondamentale la modalità con cui la prima pappa è proposta: è importante proporre e non imporre e nemmeno sostituire subito con del latte se non mangia.

Lo svezzamento è fondamentale nell’evoluzione del bimbo proprio perché, anche dal punto di vista psicologico, inizia a riconoscere e rapportarsi con qualcosa di esterno a lui che entra nel suo organismo. Per questo è bene assecondare il suo desiderio di toccare il cibo. Inoltre, è opportuno proporre sempre un alimento nuovo alla volta per testare la tollerabilità e permettere che il bambino si abitui a sapori nuovi progressivamente.

La selettività alimentare come si manifesta?

I comportamenti disfuzionali che riguardano la selettività alimentare a tavola comprendono:

  • Rifiuto del cibo
  • Mangiare piano o troppo rapidamente un cibo (piace poco o piace tanto)
  • Atteggiamenti di collera/rabbia al momento del pasto
  • Tenere la bocca volontariamente chiusa
  • Vomito

Le TECNICHE per contrastare la selettività alimentare sono: 

  • Promuovere l’assaggio ripetutamente: non stancarsi MAI di proporre e riproporre in modi e tempi diversi un cibo non gradito all’inizio
  • Proporre un modello positivo: è bene che i genitori diano il buon esempio mangiando il cibo proposto; si può usare il ‘modello del supereroe’ per avvicinare i bimbi all’assaggio mediante una metafora (come facevano con noi adulti all’epoca di braccio di ferro!); è consigliato proporre una ricompensa positiva all’assaggio come per esempio uscire a fare una passeggiata, al parco o una visita all’amico (mi raccomando, non ricompense dolci invece!)
  • Stimolare attraverso il gioco, l’esperienza e i sensi: è consigliato divertirsi a tavola creando dei ‘giardinetti’ di alimenti rendendo le portate colorate;
  • Lavorare con una proposta multisensoriale giocando, secondo l’età: si può fare leva sul colore della presentazione (da qui l’importanza di come è preparata la tavola, anche l’occhio vuole la sua parte!), sulla conoscenza (è bene fare scegliere un certo tipo di alimento al bambino e farlo preparare da lui con l’aiuto dei genitori), sull’esperienza tattile (in alcuni casi può essere utile lasciare che il bambino mangi con le mani o che contribuisca alla preparazione delle pietanze).
  • Least but not last: è importante ripetere la proposta, in maniera sempre diversa e senza imporre
  • Il mangiare con gli altri bambini a scuola. 

Quindi mamme, anche se il vostro figlio non mangia..tranquille! C’è modo e tempo per recuperare…molto probabilmente è successo anche a tutte noi!

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