Tipico macroproblema, molti per partito preso dicono che sono intolleranti al lattosio ormai sempre più frequentemente. In realtà è bene distinguere caso per caso. 

Il latte: proprietà e benefici! 

Il latte è un alimento ricco di nutrienti utili in tutte le fasi d’età: per la crescita da bambini e da adolescenti e per gli adulti per la sintesi dei tessuti proteici e muscolari e dei fattori di coagulazione, per le ossa e non dovremmo rinunciare per un discorso di prevenzione da patologie quali l’osteoporosi, il controllo della pressione arteriosa e il buon funzionamento del sistema immunitario. 

Il latte è importante poiché contiene calcio, proteina di elevata quantità, lipidi, carboidrati (lattosio), vitamine liposolubili (A, E, K), vitamine idrosolubili (C, acido folico, B2) e altre sostanze bioattive e minerali.

Cosa significa essere intollerante? si diventa o si nasce?

Essere intolleranti vuol dire sviluppare sintomi a seguito dell’introduzione di latte o lattosio a causa della mal digestione dello zucchero lattosio per il deficit di un enzima che si trova nel piccolo intestino a cui manca un pezzo della sua struttura molecolare che fa sì che non scinda la molecola del lattosio.

Il pezzo dell’enzima lattasi può mancare per un deficit congenito per l’assenza di entrambi gli alleli dell’enzima lattasi cioè gli individui che hanno questa caratteristica genetica non hanno proprio la lattasi. Più spesso nell’adulto la quantità di latte nel tempo viene meno e di conseguenza anche l’enzima a livello intestinale viene prodotto in minore quantità e il soggetto diventa più sensibile: l’organismo si adatta alla mancanza di latte e produce meno meno lattasi.

Esiste poi un’intolleranza secondaria: l’enzima può mancare a causa di una patologia come nel caso della celiachia a seguito delle alterazioni che avvengono nel lume intestinale.

Allergia o intolleranza?

Per il consumo di latte e latticini non solo la lattasi può costituire un problema, ma si può riscontrare anche un’altra problematica per quanto riguarda le allergie. Nel latte infatti ci sono proteine di elevata qualità e si può avere un’allergia alle proteine del latte stesse. Tale allergia è più frequente nei bambini ed in particolare dallo svezzamento e fino ai 3 – 4 anni mentre è più rara per gli adulti. L’allergia è prerogativa dei bimbi e si manifesta in corrispondenza di altri sintomi cutanei o respiratori, non tipici dell’intolleranza. 

Quali esami?

L’importante è verificare prima di tutto che ci sia una correlazione tra l’introduzione di lattosio e l’insorgenza di sintomi, ma è comunque il medico che valuta il nesso causale. Se si verifica questa correlazione temporale, si può effettuare una prova pratica togliendo latte e latticini e reintroducendoli successivamente e verificare l’assenza o meno dei sintomi.

Talvolta potrebbe non esser sufficiente e si può fare un test: si chiama breath test e si effettua soffiando in un dispositivo che quantifica la concentrazione di idrogeno espirato prima e dopo l’introduzione del lattosio. Se lo zucchero viene digerito in maniera inadeguata arriva prima nel colon e fermenta precocemente con una corrispondente maggiore quantità di idrogeno che sarà misurato.

E’ possibile intervenire?

E’ possibile introdurre una pastiglia di lattasi prima di mangiare su indicazione medica, non è dannoso ed è un modo per fornire l’enzima deficitario o ipofunzionante.

E’ possibile ripristinare gli enzimi intestinali nel caso di fattori predisponenti ad esempio trattando una celiachia misconosciuta si può ritornare alla normale presenza di lattasi altrimenti è consigliato attuare una dietoterapia di esclusione in modo da tutelarsi dai sintomi.

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